Premesso che:
il florovivaismo è un settore che genera un fatturato di oltre 3 miliardi di euro all'anno e rappresenta il 5 per cento del PIL agricolo nazionale; coinvolge 27.000 imprese garantendo circa 200.000 posti di lavoro;
l'emergenza epidemiologica derivante dal COVID-19 ha avuto ripercussioni pesantissime sul settore;
la chiusura dei negozi e dei mercati e la sospensione delle cerimonie civili e religiose ha praticamente azzerato il mercato nazionale;
a ciò si è aggiunta la diffidenza degli importatori esteri che hanno, de facto, bloccato le esportazioni dei prodotti italiani;
tali accadimenti hanno costretto gli imprenditori a destinare al macero tonnellate di fiori e piante, cioè la quasi totalità della produzione;
secondo alcune stime l'azzeramento dei ricavi, derivante dal perdurare della situazione emergenziale e della prolungata chiusura, ha cagionato danni per oltre 1,5 miliardi di euro;
per far fronte a tale contingenza il comma 3 dell'articolo 222 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, istituisce il "fondo emergenziale per le filiere in crisi", con una dotazione di 90 milioni di euro per l'anno 2020, finalizzato all'erogazione di aiuti diretti al fine di favorire il rilancio produttivo e occupazionale delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura e superare le conseguenze economiche derivanti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda fornire chiarimenti in merito alla suddivisione delle risorse del fondo e, in particolare, spiegare in che misura questo verrà destinato alla filiera florovivaistica;
quali misure di sostegno siano state predisposte e quando diventeranno operative.